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Qualche notizia intorno al grande pedagogista Alexander Sutherland Neill, che molti ritengono di scuola reichiana, tratta da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Alexander_Sutherland_Neill


Alexander Sutherland Neill (Forfar, 17 ottobre 1883 - Leiston, 23 settembre 1973) è stato un pedagogista scozzese.

Biografia

Nato da una famiglia di maestri elementari, la sua infanzia fu difficile e poco serena a causa dell'atmosfera familiare, conformista e severa. Il padre, austero e poco comunicativo, faceva spesso ricorso a frustate e colpi di cinghia come metodi educativi; la madre, troppo presa dalla tutela delle convenzioni sociali, aveva poco tempo da dedicare ai figli; e i fratelli, studenti esemplari, lo ignoravano in quanto lui mostrava difficoltà nell'apprendimento scolastico.

Dopo alcune esperienze di lavoro in fabbrica, Neill ottenne la qualifica di maestro elementare in seguito ad alcuni anni di impiego come aiuto maestro presso una scuola.

Si iscrisse all'università e seguì la facoltà di agraria, ma si laureò in letteratura inglese.

Nel 1919 incontrò Omero Lane, dal quale apprese la pedagogia della libertà, che sarebbe poi diventato il principio fondamentale del suo pensiero.

Nel 1921 si recò in Germania dove fondò una scuola internazionale nei pressi di Dresda.

Nel 1923 si trasferì in Austria a seguito della rivoluzione della Sassonia.

Nel 1924 tornò in Inghilterra, crea una scuola per giovani dai 6 ai 16 anni chiamata Summerhill vicino la città di Lyme Regis.

Pochi anni dopo si trasferì definitivamente vicino a Londra, dove continuò la sua attività educativa fino alla morte.

Pensiero pedagogico

Neill fonda la sua concezione educativa sulla fede nella bontà originaria della natura umana. Questa concezione presenta vari aspetti:

Neill riassume il suo pensiero in due concetti fondamentali:

«I bambini non hanno bisogno di insegnamenti, ma di amore e comprensione. Per essere naturalmente buoni hanno bisogno di sentirsi approvati e liberi.»

In ogni momento dell'esperienza di un individuo il principio educativo fondamentale deve rimanere quello dell'assoluto rispetto degli interessi e dei bisogni del soggetto. Al bambino non deve essere imposta né istruzione né educazione, perché così facendo si ostacolerebbe la sua spontaneità e la sua natura d'essere.

 « Dare libertà vuol dire permettere al bambino di vivere la sua vita. »

Libertà per Neill significa fare ciò che piace purché questo non limiti la libertà degli altri. Da questo conseguono i princìpi di autodisciplina ed autoregolazione.

A Summerhill c'è libertà assoluta, assoluto rispetto dei bisogni, dei desideri, della vita sessuale, espressiva e di studio. Neill imponeva un orario delle lezioni valido solo per gli insegnanti, i bambini potevano scegliere quale delle lezioni seguire e in quale momento seguirle. Tutti avevano gli stessi diritti, e i bambini prendevano autonomamente le precauzioni necessarie per la sicurezza degli altri e di sé stessi.

I sentimenti costituiscono la forza motrice della vita, e per questo Neill ha fondato una scuola in cui al primo posto primeggiano i sentimenti.

Infine la libertà implica una fiducia nella bontà della natura umana e di conseguenza genera un atteggiamento di accettazione e di amore verso sé stessi e gli altri.

Fondamenti teorici del suo pensiero

Neill non ha inventato nulla di nuovo. Ha avuto il grande merito di acquisire concetti già esistenti sullo sviluppo spontaneo e di elaborarli secondo le moderne concezioni educative legate alla psicologia del profondo, secondo la quale non è consentito ostacolare la spontaneità e la natura del bambino senza che questo provochi conflitti dolorosi.

Per sviluppare il concetto di autoregolazione, Neill trae spunti dalla psicanalisi di Sigmund Freud, in modo particolare dall'analisi sistematica della mente umana, suddivisa in tre istanze: Io, Es e Super-Io.

Autoregolazione infatti consiste nella condizione ideale in cui l'Io riesce a mantenere sotto controllo le pulsioni dell'Es, assicurando lo sviluppo di tutta la sua creatività alla vita personale.

La filosofia di A. Adler influenza notevolmente il pensiero di Neill per quel che riguarda gli interessi e i bisogni individuali, la valorizzazione e la approvazione sociale, in quanto tale filosofia è basata sulla psicologia individuale e sul bisogno di auto-affermazione.

Neill trae notevolmente spunto per quel che riguarda la sua pedagogia improntata alla libertà e alle personalità equilibrate da H. Lane, che fondò una scuola per giovani delinquenti in cui applica come metodo quello della libertà e dell'autogoverno.

Infine Neill nella sua Autobiografia parla di un'influenza ampiamente culturale – e non pedagogica – da parte di W. Reich:

« Egli non ebbe alcuna influenza sulla mia scuola. Ma ebbe una forte influenza su di me, ampliando il mio modo di vedere le cose e la mia conoscenza dell'essere. »

Opere


La scheda relativa ad Alexander Neill da http://web.tiscali.it/aliceteam/pedagogia.htm:

Freud e la sua psicoanalisi influenzò Neill e la sua pedagogia. Nasce in Scozia nel 1883 e muore nel 1973.

I suoi genitori sono maestri elementari. La sua infanzia è quella di un bambino normale anche se costellata di divieti, consigli e restrizioni come poi ricorderà lo stesso Neill nella sua biografia. Il padre era un uomo autoritario e non disdegnava i metodi coercitivi per imporre la sua educazione.

La madre si occupava poco dei figli in quanto presa dalla vita sociale.

I fratelli, tutti bravi a scuola, non andavano d’accordo con Alexander tranne la sorella Cunie.

Alexander, dopo aver tentato vari mestieri, diventa maestro elementare e successivamente si laurea in letteratura inglese.

In Germania fonda una scuola internazionale e successivamente, trasferitosi in Inghilterra, inaugura la sua scuola denominandola “Summerhill”.

Neill dice che lui, a differenza di Freud e di Einstein, non ha fatto nessuna nuova scoperta in campo pedagogico, ma ha semplicemente messo in atto dei principi educativi già esistenti.

La sua scuola pedagogica si basa sui sentimenti e non sulla ragione, e la sua è una pedagogia non direttiva, basata su una educazione libera che permette al bambino di dare sfogo alla sua spontaneità e creatività. Neill è convinto che la natura originaria sia fondamentalmente buona e ciò che vi è di negativo nei bambini è prodotto dalla mentalità distorta degli adulti.

Il bambino non ha nulla da rimproverarsi né da farsi rimproverare: anche l’egoismo caratteristico del bambino, per il nostro autore, è una cosa normale e naturale.

L’adulto, con tutti i suoi divieti, consigli e restrizioni fa nascere nel bambino paura e odio che poi si trasformano in sensi di colpa: allora il bambino, per farsi accettare, si nasconde dietro una maschera.

Nella scuola di Summerhill, Neill mette in pratica le sue idee educative e lascia il bambino libero di esprimere le sue potenzialità.

Per quanto riguarda lo studio, il bambino deve essere libero di stabilire il come e quando studiare.

Le regole valgono solo per gli insegnanti. Il fine della scuola non è quello di creare un bambino istruito ma un bambino dalla personalità sana ed equilibrata. Gli adulti sono convinti, invece, che il bambino deve essere istruito ed educato e le loro imposizioni finiscono per creare nel bambino un conflitto tra cultura e natura (Neill è convinto del fallimento storico della cultura).

Il nostro pedagogo afferma altresì che nella educazione come anche nell’istruzione deve essere eliminata ogni forma di condizionamento poiché questo non tiene conto delle emozioni e degli interessi del bambino: l’unica terapia nei casi si bambini difficili è la terapia dell’amore e non quella psicoanalitica (anche se all’inizio Neill la praticava); l’amore non deve essere ossessivo ma al bambino è sufficiente sapere di essere amato e che i grandi sono dalla sua parte.


Da questo sito http://www.bookcrossing.com/journal/4505398 traggo due interventi interessanti su

I ragazzi felici di Summerhill

Dal risvolto di copertina:

"Quanta libertà è giusto concedere a un bambino, a un ragazzo? E quando la libertà si trasforma in licenza? L'esperienza della scuola 'non repressiva' di Summerhill, a cui A. S. Neill ha dedicato la sua esistenza, è un esempio geniale di reinserimento nella società di ragazzi disadattati, il quale dimostra soprattutto che il metodo della libertà funziona. Come sottolinea Erich Fromm nella presentazione a questo libro, "i genitori che vorranno riflettere si meraviglieranno nel rendersi conto di come essi mettano in opera involontariamente nei confronti dei loro figli forme di imposizione e di coercizione. Questo libro suggerisce nuovi significati alle parole amore, approvazione, libertà".

Ho letto con interesse questo libro. Contiene senz'altro degli spunti di riflessione anche se diventa imprescindibile tenere conto del periodo e del contesto in cui é stato scritto. A.S. Neill é nato infatti nel 1883 in Scozia ed ha sperimentato in prima persona, da parte di un classico padre-padrone, le repressive e frustranti condizioni educative che in ogni modo cercherà di combattere.

Molte infatti delle situazioni ottimali da lui propiziate, sia nel contesto scolastico che in quello familiare, si sono poi spontaneamente realizzate nel corso dei decenni trascorsi tra l'esperimento di Summerhill e oggi.

Non bisogna dimenticare che la scuola con cui Neill ha dovuto confrontarsi, quella ufficiale dell'epoca, contrapposta al suo istituto modello, considerava ancora prassi ordinaria, se non addirittura auspicabile, le punizioni corporali come metodo correttivo, per non parlare di ogni tipo immaginabile di vessazioni psicologiche (e da queste ultime, aggiungo, i moderni college inglesi non sono ancora immuni).

E' normale quindi che la libertà di espressione, anche talvolta portata a livelli estremi, sia per reazione strenuamente perseguita dall'autore.

Da parte mia, considerando l'esperienza trascorsa come figlia e quella attuale come madre, sono assolutamente d'accordo sul fatto che la coercizione sia sempre negativa, anche quando sembra portare risultati immediati e ritengo che il miglior metodo per sviluppare le potenzialità (cognitive e caratteriali) di un bambino sia quello maieutico.

Faccio un esempio pratico. Da mio padre ho ereditato il piacere della lettura e lo sforzo continuo di mantenere aperta la mente. Senza però che questo comportasse uno spingermi deliberato da parte sua in questa direzione. Non era necessario d'altra parte, era sufficiente il suo esempio: era solito uscire quando era libero dal lavoro e rientrare con libri (per me e mia madre) sotto un braccio e incarti di dolci o cioccolata nell'altro(chissà, sarà per questo che sono una golosa tremenda e associo spessissimo la lettura al mangiare).

Non lo faceva però per indurmi a leggere ma soltanto perché gli faceva piacere e pensava ne facesse a me.

Quando uscivamo insieme poi passavamo sempre davanti alla libreria all'angolo, per vedere se c'erano novità, visto che lui aveva incaricato il proprietario di mettere da parte eventuali libri in arrivo adatti ai ragazzi: ogni volta per me era una festa e... beh, ho impiegato anni prima di capire che non tutti facevano lo stesso e che per altri bambini un libro non era piacevole quanto un giocattolo.

Magari se mi avesse imposto di leggere o anche solamente mi avesse mostrato la lettura come un impegno invece che come un piacere l'avrei rifiutata (così succede a molti bambini).

Inoltre ogni bambino é diverso dall'altro e di questo bisogna assolutamente tener conto. Anche se mio figlio va ancora alla scuola materna mi é già capitato di scontrarmi con la rigidità dei programmi pedagogici di certe maestre, le quali vorrebbero che i bambini fossero tutti uguali e uniformi.

Si adatta benissimo a questo discorso, e allo spirito degli insegnamenti di Neill, la frase che dà il titolo al bellissimo libro di Grossmann che sto leggendo in questi giorni. Durante l'appassionata difesa del piccolo, esuberante Nono, la dolce Gabi così si esprime, rivolta alla sua insegnante: "Quelli che secondo lei sono limiti, secondo me sono punti di forza!... Si possono anche definire, giusto per fare un esempio, un'anima da artista! Si! Forse non tutti sono adatti all'inquadramento della scuola! Ci sono persone rotonde, mia cara signora, ci sono bambini a forma, diciamo, di triangolo, perché no, e ci sono... Ci sono bambini a zigzag!" (cfr. David Grossmann: "Ci sono bambini a zigzag")

di fatamorgana67 Roma, Lazio  Italia il 12/10/2006

La disciplina è lo strumento migliore per l'educazione? Questa frase potrebbe riassumere questo libro. Più che un trattato di pedagogia, è un vero e proprio esempio di come sia possibile ingenerare nei bambini l'amore per la vita, che è alla base di una qualsiasi autorealizzazione, contrapposta ad un'esistenza basata sulla paura, l'odio, la nevrosi.

Il libro di Alexander Neill è l'antologia di due scritti diversi. Il primo, intitolato "La scuola di Summerhill", è un piccolo saggio descrittivo dell'esperienza dell'educatore nella scuola da lui stesso fondata. Il secondo, intitolato "L'educazione del bambino", è più analitico e spiega alcuni meccanismi alla base del metodo pedagogico dell'autore. Utile, anzi fondamentale, è stata l'introduzione redatta da Erich Fromm, che permette anche a chi non ha dimestischezza con la tematica pedagogica di avvicinarsi al testo e comprenderlo, attraverso una chiave di lettura molto chiara.

In breve: la scuola di Summerhill è una istituzione fondata nel 1921 a Dresda e trasferitasi nel 1927 a Leiston, nel Suffolk, a 160 kilometri da Londra. Alla base della decisione di fondare questo istituto vi sono considerazioni di tipo etico di contrasto alla mentalità coercitiva dell'epoca ma anche di critica nei confronti dei movimenti progressisti che già si andavano delineando.

Via con le danze... ma attenti a ballare secondo le regole. Lo strano è che la folla, accetta, in quanto folla, le stesse regole che i singoli individui possono essere unanimi nell'odiare.

Lo sviluppo economico, secondo Neill, ha facilitato un passaggio da una autorità coercitiva ad una anonima. La prima ha come suoi strumenti le punizioni corporali, l'imposizione di una disciplina e l'erogazione di sanzioni fisiche oppure economiche, e può funzionare solo in una organizzazione fortemente gerarchica, patriarcale. L'economia, avendo allargato la base delle persone che possono vivere senza essere soggetti a comando esterno, ha permesso di superare inizialmente questo quadro di insieme. Purtroppo, per poter funzionare, l'economia ha bisogno di essere alimentata. Le persone non possono essere veramente libere, devono essere addestrate comunque a consumare, spendere e a far girare l'economia stessa. In pratica, il mezzo che diventa fine. Ecco che allora alle punizioni fisiche si sostituiscono quelle psichiche, l'esser messo in disparte, la non accettazione da parte della maggioranza. Dalla paura della frusta si passa alla paura dell'ostracismo, della non accettazione.

Neill si pone, rispetto a questa struttura, in una posizione di rottura.

Prima di tutto, parte dal presupposto che non si possa imporre alcunché, né in forma esplicita né implicita, senza danneggiare il bambino e la sua formazione. Libertà non di fare ciò che più ci piace, beninteso, ma quella libertà che nasce dall'interno dell'individuo. Non è un caso che a Summerhill la frequenza scolastica sia facoltativa, le lezioni possono essere evitate anche per anni. Lo scopo di questa "mancanza di regole" è semplice: chi vuole studiare decide, in piena autonomia, di studiare. La motivazione nasce da dentro, dalla capacità di capire che lo studio può essere piacevole se porta all'autorealizzazione in una direzione scelta.

Ritengo che lo scopo della vita sia la felicità, ed essere felici significa provare interesse per qualcosa. L'educazione dovrebbe preparare alla vita. In ciò la nostra cultura non ha avuto successo. La nostra educazione, la politica, l'economia portano alla guerra. Le nostre medicine non hanno vinto le malattie, la religione non ha abolito i furti e l'usura.

Già da questo punto possiamo comprendere come il messaggio di Neill sia attualissimo. Soprattutto, come consideri la bontà innata un carattere essenziale di ogni individuo, considerando quindi la cattiveria come acquisita da una disciplina scorretta.

Se a qualche genitore questo punto possa sembrare assurdo, perché un bambino senza disciplina non cresce bene, Neill porta la sua esperienza. I bambini che arrivano a Summerhill, i bambini "difficili", sono quelli che approfittano subito di tutte le libertà concesse. Non frequentano le lezioni, non si adeguano alle norme decise di comune accordo. Però, non appena scoprono che non vengono puniti per questo, che non c'è giudizio o condanna, smettono di comportarsi male e iniziano volontariamente a seguire le lezioni, ad adeguarsi alle norme del comun vivere. Il tempo di adattamento dipende, ovviamente, dalla forza della violenza con la quale la precedente disciplina è stata imposta. E' importante, in tal senso, tagliare i legami con la famiglia, perché è in seno ad essa che normalmente si trovano le cause della sofferenza del bambino.

Certo, esistono comunque delle norme: alcune dettate dal buonsenso, altre da una forma di autogoverno. L'autore mette l'accento che la forma scelta per la formazione e revoca delle regole è quella dell'Assemblea Generale, una istituzione dove adulti e bambini sono allo stesso livello. Il fatto che non vi sia una gerarchia neanche nelle cariche di "coordinamento" dei lavori (i segretari e il presidente cambiano ad ogni riunione, e possono essere anche bambini) fa sì che le decisioni siano sentite come collettive e non personali. Eventuali sanzioni per un comportamento scorretto non sono mai intese come punitive, anzi è più facile che ad un atto di odio non si risponda con una punizione. La poca aggressività dimostrata dagli studenti di Summerhill trova la sua logica nel ragionamento di Neill, che spiega che da una punizione nasce la paura di sbagliare, da questa l'ostilità per chi sbaglia e per noi stessi, e quindi l'ipocrisia o la violenza. Di cui il senso di colpa è figlio, proprio perché, per ritornare al discorso iniziale, non voce della coscienza bensì paura di disobbedire al gruppo di appartenenza.

La conseguenza dello sperimentare la libertà è la sincerità, perché se non si ha paura di essere puniti non è necessario neanche essere ipocriti. Sincerità che si trasferisce anche in altre attività, come il teatro, dove è lo stesso Neill a constatare che il peggiore attore è chi recita anche nella vita, senza seguire il suo cuore.

Neill non è un nuovo profeta, e la sua esperienza, fatta soprattutto di sincerità e riconoscimento dei suoi limiti, sta lì a dimostrarlo. In più occasioni spiega che non sempre il modello che ha adottato ha dato i frutti sperati. Alcune volte le sofferenze erano profonde, in altre alcune sedute di psicanalisi, tenute da lui stesso, hanno aiutato i bambini a sviscerare e risolvere le loro sofferenze. Alcune volte ha dovuto scegliere una via di compromesso, tra un completo sviluppo umano e un completo successo economico. In particolare un passo mi ha colpito è stato questo:

Anche se odio i compromessi, devo accettarne uno e rendermi conto che il mio obiettivo principale non è quello di riformare la società, ma di rendere felici alcuni bambini.

Vedere le cose per quello che sono, e cambiarne qualcuna per quello che è possibile.

Un messaggio che questo libro mi ha lasciato forte nell'animo.

Esiste anche un sito della scuola, visitatelo, ne vale la pena.

di azimuth Roma, Lazio  Italia il 16/11/2006

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