Questo è il Potere
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Quegli ordini sono le vere decisioni
importanti su come tutti noi dobbiamo vivere. E’ così da almeno 35
anni. In sostanza il punto è questo: combattere la serie C dei problemi
democratici (tangentopoli, la partitocrazia, gli inciuci
D’Alem-berlusconiani, i patti con le mafie, l’attacco ai giudici di
questo o quel politico, le politiche locali dei pretoriani di questo o
quel partito ecc.) è certamente cosa utile, non lo nego, ma non
crediate che cambierà una sola virgola dei problemi capitali di tutti
gli italiani, cioè dei vostri problemi di vita, perché la loro origine
è decretata altrove e dal vero Potere. O si comprende questo operando
un grande salto di consapevolezza, oppure siamo al muro.
Come ho detto, sarò specifico, ma si deve
comprendere sopra ogni altra cosa che oggi il Potere è prima di tutto
un’idea economica. Oggi il vero Potere sta nell’aria, letteralmente
dovete immaginare che esiste un essere metafisico, quell’idea appunto,
che ha avvolto il mondo e che dice questo: ‘Pochi prescelti devono ricevere il potere
dai molti. I molti devono stare ai margini e attendere fiduciosi che il
bene gli coli addosso dall’alto dei prescelti. I governi si levino di
torno e lascino che ciò accada’.
Alcuni di voi l’avranno riconosciuta, è ancora la vecchia teoria dei Trickle Down Economics di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher, cioè il Neoliberismo, cioè la scuola di Chicago, ovvero il purismo del Libero Mercato. Questa idea economica comanda ogni atto del Potere, e di conseguenza la vostra vita, che significa che davvero sta sempre alla base delle azioni dei governi e dei legislatori, degli amministratori e dei datori di lavoro. Quindi essa comanda te, i luoghi in cui vivi, il tuo impiego, la tua salute, le tue finanze, proprio il tuo quotidiano ordinario, non cose astruse e lontane dal tuo vivere. La sua forza sta nel fatto di essere presente da 35 anni in ogni luogo del Potere esattamente come l’aria che esso respira nelle stanze dove esiste. La respirano, cercate di capire questo, gli uomini e le donne di potere, senza sosta, dal momento in cui mettono piede nell’università fino alla morte, poiché la ritrovano nei parlamenti, nei consigli di amministrazione, nelle banche, nelle amministrazioni, ai convegni dove costoro si conoscono e collaborano, ovunque, senza scampo. Ne sono conquistati, ipnotizzati, teleguidati. Il Potere ha creato attorno a quell’idea degli organi potentissimi, che ora vi descrivo, il cui compito è solo quello di metterla in pratica, null’altro. Essi sono quindi la parte fisica del Potere, ma che per comodità chiamiamo il vero Potere.
Vi do ancora un’idea rapida del potere del WTO. Gli Accordi che ha partorito:
1) hanno il potere di esautorare le politiche sanitarie di qualunque Paese, incrinando il vecchio Principio di Precauzione che ci tutela dallo scambio di merci pericolose (WTO: Accordo Sanitario- Fitosanitario).
2) tolgono al cittadino la libertà di sapere in quali condizioni sono fatte le merci che acquista e con che criteri sono fatte, inoltre ostacolano l’uso delle etichette a tutela del consumatore (WTO: Accordo Sanitario-Fitosanitario & Accordo Barriere Tecniche al Commercio, con implicazioni sui diritti dei lavoratori e sulla tutela dell'ambiente).
3) impongono ai politici di concedere alle multinazionali estere le stesse condizioni richieste alle aziende nazionali nelle gare d’appalto, a prescindere dalla necessità di favorire l’occupazione nazionale; e minacciano le scelte degli amministratori locali nel caso volessero facilitare l'inserimento di gruppi di lavoratori svantaggiati, poiché tali politiche sono considerate discriminazioni al Libero Mercato (WTO: Accordo Governativo sugli Appalti - Principio del Trattamento Nazionale ecc.).
4)
accentrano nelle mani di poche multinazionali i brevetti della
maggioranza dei principi attivi e delle piante che si usano per i
farmaci o per l'agricoltura, poiché permettono la brevettabilità
privata delle forme viventi e tutelano quei brevetti per 20 anni.
Inoltre, il fatto che i brevetti siano protetti dal WTO per 20 anni sta
alla base anche della mancanza di farmaci salva vita nei Paesi poveri.
(WTO: Accordo TRIPS sulla Proprietà Intellettuale).
5)
stanno promuovendo a tutto spiano la privatizzazione e l’apertura al
Libero Mercato estero di praticamente tutti i servizi alla
cittadinanza, anche di quelli essenziali come sanità, acqua,
istruzione, assistenza agli anziani ecc., con regole che impediranno di
fatto agli amministratori locali la tutela dei cittadini meno abbienti
che non possono permettersi servizi privati (WTO: Accordo GATS in fase
di negoziazione).
E ricordo, se ce ne fosse bisogno, che questi
Accordi sono vincolanti su qualsiasi legge nazionale, esautorando
quindi i nostri politici dalla gestione della nostra economia nei
capitoli che contano.
Prendete un disegno di legge e un decreto in
campo economico, persino una finanziaria. Pensateli nelle mani dei
politici che li attuano, e ora immaginate cosa gli sta dietro. Cosa? I
‘suggeritori’. Chi sono? Sono i lobbisti, coloro cioè che sono ricevuti
in privato da ogni politico che conti al mondo e che gli ‘suggeriscono’
(spesso dettano) i contenuti delle leggi e dei decreti, ma anche delle
linee guida di governo e persino dei programmi delle coalizioni
elettorali. Le lobby non sono l’invenzione di fantasiosi perditempo
della Rete. Sono istituzioni con nomi e cognomi, con uffici, con budget
(colossali) di spesa, dove lavorano i migliori cervelli delle pubbliche
relazioni in rappresentanza del vero Potere.
In ordine di potenza di fuoco, vi sono
ovviamente le lobbies internazionali, quelle europee e infine quelle
italiane. Parto da queste ultime. Va detto subito che nel nostro Paese
l’interferenza dei ‘suggeritori’ non ha mai raggiunto i livelli di
strapotere degli omologhi americani o europei, il cui operato tuttavia
detta legge per contagio anche in casa nostra. Ma nondimeno essa c’è, e
non va trascurata, anche perché in Italia esiste un vuoto normativo
totale sull’attività delle lobbies: dopo decine di proposte di legge,
nessuna di esse è mai approdata alla Gazzetta Ufficiale. I lobbisti
italiani sono circa un migliaio, organizzati in diverse aziende fra cui
spunta la Reti , fatturato 6 milioni di euro annui e gestione di un ex
d’Alemiano di ferro, Claudio Velardi (altri gruppi: Cattaneo Zanetto
& co., VM Relazioni Istituzionali, Burson-Marsteller, Beretta-Di
Lorenzo & partners…).
Le ricadute sui cittadini sono poi leggi e regolamenti che vanno a modificare spesso in peggio la nostra economia di vita e di lavoro. Un solo dato che fa riflettere: mentre appare ovvio che le grosse cifre siano spese per i ‘suggerimenti’ ai due maggiori partiti italiani, colpisce che l’UDC si sia intascata in offerte esterne qualcosa come 2.200.000 euro nel 2008, di cui l’80% da un singolo lobbista (l’immobiliarista Caltagirone). Chi di voi pensa ancora che il Potere siano i politici a Roma, pensi alla libertà di Pierferdinando Casini nel legiferare in campo immobiliare, tanto per fare un esempio. Ma non solo: Antonio di Pietro incassa 50.000 euro dalla famiglia Lagostena Bassi, che controlla il mercato delle Tv locali ma che contemporaneamente serve Silvio Berlusconi e foraggia la Lega Nord. Un obolo a fondo perduto? Improbabile. Il Cavaliere poi, non ne parliamo neppure; è fatto noto che il criticatissimo ponte sullo stretto di Messina, con le ricadute che avrà su tutti gli italiani, non è certo figlio delle idee di Berlusconi, piuttosto di tal Marcellino Gavio, titolare del gruppo omonimo e primo in lizza per l’impresa, ma anche primo come finanziamenti al PDL con i 650.000 euro versati l’anno scorso.
I ‘suggeritori’ americani… che dire. Negli
USA l’industria delle lobby economiche non è più neppure riconoscibile
dal potere politico, veramente non si capisce dove finiscano le prime e
dove inizi il secondo. Troppo da raccontare, una storia immensa, che
posso però riassumere con alcuni sketch. Lobby del petrolio e
amministrazione di George W. Bush, risultato: due guerre illegali e
sanguinarie (Iraq e Afghanistan), montagne di morti (oltre 2 milioni),
crimini di guerra, l’intera comunità internazionale in pericolo, il
prezzo del petrolio alle stelle, di conseguenza il costo della nostra
vita alle stelle, ma alle stelle anche i profitti dei petrolieri. Chi
ha deciso? Risposta: i
membri della sopraccitata lobby del petrolio, che sono Dick Cheney,
James Baker III, l’ex della Enron Kenneth Lay, il presidente del
Carlyle Group Frank Carlucci, Robert Zoellick, Thomas White, George
Schultz, Jack Sheehan, Don Evans, Paul O’Neil; a servizio di Shell,
Mobil, Union Carbide, Huntsman, Amoco, Exxon, Alcoa, Conoco, Carlyle,
Halliburton, Kellog Brown & Root, Bechtel, e Enron. George W. Bush
è il politico più ‘oliato’ nella Storia americana, con, solo dalle
casse dei giganti di petrolio e gas, un bottino di oltre 1 milione e
settecentomila dollari.
Lobby finanziaria/assicurativa e Barak Obama:
nel 2008 crollano le banche USA dopo aver truffato milioni di esseri
umani e migliaia di altre banche internazionali, 7 milioni di famiglie
americane perdono il lavoro, l’intera economia mondiale va a picco,
Italia inclusa. Obama firma un’emorragia di denaro pubblico dopo
l’altra per salvare il deretano dei banchieri truffatori e per
rianimare l’economia (dai 5 mila miliardi di dollari agli 11 mila
secondo le stime), senza che neppure uno di quei gaglioffi finisca in
galera. Anzi: il suo governo ha chiamato a ripulire i
disastri di questa crisi globale gli stessi personaggi che l’hanno
creata. Invece di farli fallire e di impiegare il denaro pubblico per
la gente in difficoltà, Obama e il suo ministro del Tesoro Timothy
Geithner gli hanno offerto una montagna di denaro facile affinché
comprino i debiti delle banche fallite.
Ma l’ultimo sketch del potere dei
‘suggeritori’, sempre in ambito americano, è quello delle lobby
ebraiche. Qui il dibattito è aperto, fra coloro che sostengono che sono
quelle lobby a gestire interamente la politica statunitense nel teatro
mediorientale, e coloro che lo negano. Personalmente credo più alla
prima ipotesi, ma la sostanza non cambia: di fatto ci troviamo ancora
una volta di fronte alla dimostrazione che neppure il governo più
potente del mondo può sottrarsi ai condizionamenti del Potere vero.
Ecco un paio di illustri esempi: nella primavera del 2002, proprio
mentre l’esercito israeliano reinvadeva i Territori Occupati con i
consueti massacri indiscriminati di civili, un gruppo di eminenti
sostenitori americani d’Israele teneva una conferenza a Washington,
dove a rappresentare l’amministrazione di George W. Bush fu invitato
l’allora vice ministro della difesa Paul Wolfowitz, noto
neoconservatore di estrema destra e aperto sostenitore della nazione
ebraica. Lo scomparso Edward Said, professore di Inglese e di
Letteratura Comparata alla Columbia University di New York e uno degli
intellettuali americani più rispettati del ventesimo secolo, ha
raccontato un particolare di quell’evento con le seguenti parole: “Wolfowitz fece quello che tutti gli altri
avevano fatto – esaltò Israele e gli offrì il suo totale e
incondizionato appoggio – ma inaspettatamente durante la sua relazione
fece un fugace riferimento alla ‘sofferenza dei palestinesi’. A causa
di quella frase fu fischiato così ferocemente e per così a lungo che
non potè terminare il suo discorso, abbandonando il podio nella
vergogna.”
Quarto organo: Think Tanks
Letteralmente “serbatoi di pensiero” nella
traduzione in italiano, le Think Tanks sono esattamente ciò, ovvero
fondazioni dove alcuni fra i migliori cervelli si trovano per partorire
idee. Il loro potere sta nell’assunto che apre questa mia trattazione,
e cioè che sono le idee a dominare sia la Storia che la politica, e di
conseguenza la nostra vita, in particolare l’idea economica. Lewis
Powell lo comprese assai bene nel 1971, quando diede il via alla
riscossa delle elite e alla fine della democrazia partecipativa dei
cittadini (si legga ‘Ecco come morimmo’, paolobarnard.info). Infatti
egli scrisse: “C’è una guerra ideologica contro il sistema delle
imprese e i valori della società occidentale”. La parola
‘ideologica’ è la chiave di lettura qui, volendo dire che se le destre
economiche ambivano a riconquistare il mondo, se ambivano a
sottomettere la politica, cioè a divenire il vero Potere, si dovevano
armare di idee in grado di scalzare ogni altro sistema di vita. Ecco
che dalle sue parole nacquero le prime Think Tanks, come la Heritage
Foundation , il Manhattan Institute, il Cato Institute, o Accuracy in
Academe. La loro strategia era semplice: raccogliere denaro da donatori
facoltosi, raccattare nelle università i cervelli più brillanti,
pomparli di sapere a senso unico, di attestati prestigiosi, e
immetterli nel sistema di comando della società infiltrandolo tutto.
Per darvi un’idea di che razza di impatto queste Think Tanks sono
riuscite ad avere, cito alcuni fatti.
Nel solo campo del Libero Mercato, cioè dell’idea economica del vero Potere, ve ne sono oggi 336, piazzate oltre che nei Paesi ricchi anche in nazioni strategiche come l’Argentina e il Brasile, l’Est Europa, l’Africa, l’India, la Cina , le ex repubbliche sovietiche dell’Asia, oltre che in Italia (Adam Smith Soc., CMSS, ICER, Ist. Bruno Leoni, Acton Ist.). Alcune hanno nomi sfacciati, come la Minimal Government , la The Boss , o la Philanthropy Roundtable ; una delle più note e aggressive è l’Adam Smith Institute di Londra, che ostenta un’arroganza di potere tale da vantare come proprio motto questo: “Solo ieri le nostre idee erano considerate sulla soglia della follia. Oggi stanno sulle soglie dei Parlamenti”. Di nuovo, il fatto è sempre lo stesso: la politica è la marionetta, o, al meglio, è il braccio esecutivo del vero Potere. Infatti, l’osservatore attento avrà notato che assai spesso i nostri ministri economici, i nostri banchieri centrali, ma anche presidenti del consiglio (Draghi e Prodi su tutti) si trovano a cene o convegni presso queste fondazioni/Think Tanks, di cui in qualche raro caso i Tg locali danno notizia. In apparenza cerimonie paludate e noiose, in realtà ciò che vi accade è che ministri, banchieri e premier vi si recano per dar conto di ciò che hanno fatto per compiacere all’idea economica del vero Potere. Nel 1982, l’Adam Smith pubblicò il notorio Omega Project, uno studio che ebbe ripercussioni enormi sulla gestione delle nostre vite di lavoratori ordinari, e dove si leggeva che i suoi scopi erano di “fornire un percorso completo per ogni governo basato sui principi di Libero Mercato, minime tasse, minime regolamentazioni per il business e governi più marginali (sic)”. In altre parole tutto ciò che ha già divorato la vita pubblica in Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e che sta oggi “sulla soglia del Parlamento” in Italia.
Quinto organo: l’Europa dei burocrati non
eletti
Non mi ripeto, poiché questo capitolo è già esaustivamente descritto qui http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=139. Ma ribadisco il punto centrale: dopo la ratifica del “colpo di Stato in Europa” che prende il nome di Trattato di Lisbona, 500 milioni di europei saranno a breve governati da elite di burocrati non eletti secondo principi economici, politici e sociali interamente schierati dalla parte del vero Potere di cui si sta trattando qui, e che nessuno di noi ha potuto scegliere né discutere. Il governo italiano ha ratificato questo obbrobrio giuridico senza fiatare, obbedendo come sempre.
Sesto Organo: il Tribunale degli Investitori
e degli Speculatori Internazionali
Era il 16 Settembre del 1992, un mercoledì.
Quel giorno un singolo individuo decise di spezzare la schiena alla
Gran Bretagna. Si badi bene, non al Burkina Faso, alla Gran Bretagna. E
lo fece. George Soros, un investitore e speculatore internazionale,
vendette di colpo qualcosa come 10 miliardi di sterline, causando il
collasso del valore della moneta inglese che fu così espulsa dal
Sistema Monetario Europeo. Soros si intascò oltre 1 miliardo di
dollari, ma milioni di inglesi piansero lacrime amare e il governo di
Londra ne fu umiliato.
Ripeto: qualcuno che non sta a palazzo Chigi, decide che all’Italia va sottratto il valore di oltre un’intera finanziaria. Così, da un anno all’altro, una cifra pari a tutto quello che lo Stato riesce a spendere per i cittadini gli viene sottratta dal ‘Tribunale degli Investitori e degli Speculatori Internazionali’, a capriccio. Questa tirannia del vero Potere prende il nome tecnico di Capital Flight (letteralmente capitali che prendono il volo), ed è interessante constatare il candore con cui il ‘Tribunale’ descrive la pratica: basta leggere Investors.com là dove dice che “Capital Flight è lo spostamento di denaro in cerca di maggiori profitti… cioè flussi enormi di capitali in uscita da un Paese… spesso così enormi da incidere su tutto il sistema finanziario di una nazione”. Peccato che di mezzo ci siano i soliti ingombranti esseri umani a milioni. Oltre al caso italiano, si pensi alla Francia, altro Stato ricco e potente, ma non a sufficienza per sfuggire alle sentenze del ‘Tribunale’, che ha punito l’Eliseo con una fuga di capitali pari a 125 miliardi di dollari per aver legiferato una singola tassa sgradita al business.
Conclusione
Gli organi esecutivi del vero Potere non si limitano a questi sei, vi si potrebbe aggiungere il World Economic Forum, il Codex Alimentarius, l’FMI, il sistema delle Banche Centrali, le multinazionali del farmaco. Ma quelli menzionati sono gli essenziali da conoscere, i primari. Un’ultima brevissima nota va dedicata alle mafie regionali, che sono spesso erroneamente annoverate fra i poteri forti (e non posso purtroppo entrare qui nel perché siano un così caratteristico fenomeno italiano). La lotta ad esse è sacrosanta, ma il potere che gli verrebbe sottratto da una eventuale vittoria della società civile è prima nulla a confronto di quanto illustrato sopra, e in secondo luogo è comunque un potere concessogli da altri. Traffico di droga, prostituzione, traffico d’armi, e riciclaggio di rifiuti tossici sono servizi che le mafie praticano per conto di committenti sempre riconducibili al vero Potere, o perché da esso condizionati oppure perché suoi ingranaggi importanti. Serva qui quanto mostrato nel 1994 dal programma d’inchiesta ‘Panorama’ della BBC, dove un insider della criminalità organizzata britannica si rese disponibile a condurre il reporter nel cuore della “mafia più potente del mondo”, a Londra. L’auto su cui viaggiavano con telecamera nascosta si fermò a destinazione… nel centro della City finanziaria della capitale. Indicando dal finestrino i grattacieli dei giganti del business internazionale, il pentito disse: “Eccoli, stanno tutti lì”. (si pensi che il giro d’affari mondiale delle Cosche è stimato sugli 80 miliardi di dollari, che sono un terzo del giro d’affari di una singola multinazionale del farmaco come la Pfizer )
Se queste mie righe sono state efficaci, a
questo punto i lettori dovrebbero volgere lo sguardo a quegli ometti in
doppiopetto blu che ballonzolano le sera nei nostri Tg con il prefisso
On., o il suffisso PDL, PD, UDC, e dovrebbero averne, non dico pietà,
ma almeno vederli per quello che sono: le marionette di un altro
Potere. Ma soprattutto, i lettori dovrebbero finalmente poter
connettere i punti del puzzle, e aver capito da dove vengono in realtà
i problemi capitali della nostra vita di cittadini, o addirittura i
drammi quotidiani che tante famiglie di lavoratori patiscono, cioè chi
li decise, chi li decide oggi e come si chiamano costoro. Da qui una
semplice considerazione: se vi sta a cuore la democrazia, la giustizia
sociale, e la vostra economia quotidiana di lavoro e di servizi
essenziali alla persona, allora dovete colpire chi veramente opera per
sottrarceli, cioè il vero Potere. Ci si organizzi per svelarlo al
grande pubblico e per finalmente bloccarlo. Ora lo conoscete, e
soprattutto ora sapete che razza di macchina micidiale, immensa e
possente esso è. Risulta ovvio da ciò che gli attuali metodi di lotta
dei Movimenti sono pietosamente inadeguati, infantili chimere, fuochi
di paglia, che mai un singolo attimo hanno impensierito quel vero
Potere.
Di conseguenza lancio un appello ancora una volta:
VA COMPRESO CHE PER ARGINARE UN TITANO DI
QUELLA POSTA L’UNICA SPERANZA E’ OPPORGLI UN’ORGANIZZAZIONE DI
ATTIVISTI E DI COMUNICATORI ECCEZIONALMENTE COMPATTA, FINANZIATA,
FERRATA, DISCIPLINATA, SU TUTTO IL TERRITORIO, AL LAVORO SEMPRE,
IMPLACABILE, NEI LUOGHI DELLA GENTE COMUNE, PER ANNI.
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